Nei suoi tanti viaggi non faceva che acquistare oggetti e materiali senza un reale scopo, poi, un giorno, le pietre, i coralli e le gemme informi, fino ad allora chiusi in un cassetto, hanno iniziato a danzarle in testa e a comporsi in magnifici gioielli. Lei, per assecondare il padre, rigido generale di corpo d’armata, aveva finito per starsene a Pisa a studiare lingue, mentre la sua aspirazione era di avvicinarsi al design tramite l’ architettura; poi si innamorò di suo marito che, “un po’ troppo geloso”, la preferiva a casa intenta a crescere i figli. Alla fine, però, a dimostrazione che quello che deve accadere accade e che i tempi non contano, nel 2007 ha realizzato la sua prima collezione. Oggi l’ho incontrata alle Giubbe rosse con suo figlio. Un duetto affiatato dall’energia contagiosa. Eccoli, dopo una breve intervista e un caffè, mentre coccolano Gina, la cagnolina di una ragazza che, blogger anche lei, non ha saputo resistere a questo strano gruppetto che parlava di gioielli e stilisti mischiandoli a zucchine e uova.
Vi parlo di Donatella e Stefano Calzolari. Mamma e figlio: disordine artistico e ordine scientifico. Lui studia economia e desidera una carriera raggiante, lei dovrebbe essere una casalinga, ma crea gioielli per le mani delle signore più chic. E questo lo deve in larga parte a Stefano che ha insistito perché lei creasse e poi proponesse i suoi lavori. Adesso che il figlio è grande i due sono anche amici, sentirli parlare, vedere l’intesa che hanno, dà la misura di quanto sia importante, ai fini di tutto, una famiglia unita e, come nel loro caso: ben assortita. Ma questo non significa che abbiano gli stessi gusti. A detta della madre Stefano ama un po’ troppo piacere, così, mentre lei si veste perché adora gli oggetti che indossa e continuerebbe a far così anche su un isola deserta, non si può dire la stessa cosa del figlio.
Il parallelo tra stile e cucina ha convinto poco entrambi, ma del resto spetta a me e a voi lettori rintracciarlo. Donatella afferma di essere “stilista di se stessa e cuoca per forza”. Ha cucinato così tanto per i suoi figli e suo marito che adesso lo fa, ma non ha più la verve di prima. Stefano invece non ama affatto i fornelli e, come dice sua madre, in cucina assomiglia a un bradipo spaesato! Nonostante tutto però entrambi hanno una ricetta da realizzare per il loro partner. Piatti semplici. Stefano si cimenterebbe nelle pennette ai pomodori pachino e Donatella ricucinerebbe per suo marito il piatto che lui le preparò la prima volta: pasta e broccoli.
Per quanto entrambi non vedano collegamenti tra moda e cucina, i loro stili non differiscono troppo dalle loro ricette. Stefano preferisce andare al ristorante, ma anche qui, per quanto cerchi di ordinare cose nuove, non mangia mai in maniera troppo stravagante e del resto veste con una sobrietà ricercata mixando sapientemente vari stilisti ed ottenendo quello che in cucina definiremmo un piatto della tradizione rivisitato ad hoc. Donatella invece ama gli stilisti giapponesi e la scuola d’Anversa, la sua cucina gode di influenze arabe e siciliane che, come nel caso dei suoi gioielli, fanno di questa donna un unicum di stile.
Ieri Donatella vestiva comoda pantaloni Junya Watanabe in fresco di lana dal taglio ispirato alla marina militare, sopra, una giacca Marni in crepe di lana con zip frontale dalla foggia bon ton chic, ai piedi platform in suede Fratelli Rossetti, tutto rigorosamente blu navy. Come capo spalla un corto piumino nero dalla smanicatura a kimono e dal collo sciallato anch’esso di Watanabe, per finire una sciarpa in cachemire di Faliero Sarti raffigurante un dipinto di Mark Rothko e una neverfull G Monogram Louis Vuitton. Al dito una delle sue creazioni più belle: un anello raffigurante la Vanitas, un meraviglioso teschio scolpito su un corallo di Sciacca e trattenuto al dito da 4 serpenti scintillanti in oro e diamanti neri.
Stefano indossava Skinny pants in cotone elasticizzato Raf Simons, maglione in lana con abbottonatura laterale di alamari metallici Emporio Armani, giacca in pelle nera martellata di Rick Owens, in pendant con la madre una sciarpa Faliero Sarti, stivali in suede tortora Ermanno Scervino e, immancabile accessorio, un classico Rolex submarine. All’altro polso un bracciale, opera di Donatella, raffigurante ancora la mitica vanitas.
Stefano - confermando il giudizio di sua madre - non è stato veloce e neanche preciso nel raccontarmi le sue pennette ai pomodori pachino e quindi, anche per cascare sul sicuro, preferisco riportarvi la ricetta di Zucchine, uva passa e pinoli di Madame Donatella: Per 4 persone vi occorreranno: una cipolla di tropea (quantità variabile a seconda del gusto), 5/6 zucchine chiare, una generosa manciata di uva passa e una di pinoli, quindi olio extra vergine di oliva, sale e pepe quanto basta. Sul generoso fondo d’olio fate cuocere lentamente la cipolla precedentemente sminuzzata, una volta stufata aggiungete le zucchine ridotte a rondelle. A metà cottura unite l’uva passa e i pinoli, quindi coprite e fate cuocere fin tanto che il composto non avrà assunto un colore brunito, aggiungete sale e pepe. Il piatto è pronto, ma, se come quella di Donatella, anche la vostra è una fantasia creatrice, sbattete a parte 2 uova con un pizzico di sale e 2 cucchiai di Grana Padano, cuocete penne per 4 persone, conditele con le zucchine e poi, a fuoco spento unite le uova. Avrete così un’ottima carbonara di zucchine uva passa e pinoli. Buona cena e buona mise a tutti!
Se volete scuriosare tra i gioielli di Donatella: http://www.donatellacalzolari.it
viene voglia di seguirviiiii!!!!!!!!!!!!!! ottima ricetta, fantastico anello, bellissima famiglia e divino Christian...(Lella).
RispondiEliminaTutto questo mette allegria!!
RispondiEliminaAncora complimenti Christian, adoro quest'idea originale di unire moda & cucina ( entrambe 2 mie grandi passioni)! Lavinia
RispondiEliminaE' un piacere conoscerti. Complimenti per tutto: la tua persona, il tuo carattere, la tua dolcezza, le tue idee originali e non per ultimo il blog. Un augurio affettuoso per una veloce realizzazione di tutto ciò a cui credi e miri. Baci Paola (un assaggio di cacciagione)
RispondiEliminaAl posto di una banale vanitas di zucca , una in corallo... però! Un bel blog , meriterebbe una veste cartacea e patinatissima . Il più Anonimo degli Anonimi
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