martedì 25 ottobre 2011

CROSTINI WONDERFUR




Un codice segreto, un grande cortile interno, una lunga scalinata, uno stretto ascensore, una serra di piante tropicali, 21 scalini. Superate le prove, eccoci di fronte alla porta di una moderna torre che ospita i tesori di un timido ragazzo, uno sul quale, più che scrivere un post, dovremmo compiere un vero studio. I muri dello stretto corridoio sembrano reggersi sulle cover dei 33 giri che si affastellano fitte ai lati di chi entra e, con le foto appese alle pareti, rappresentano l’ouverture di una serata che sono ansioso di raccontare. Nel sottofondo i Metronomy suonano the bay e mentre il corridoio diventa cucina e le cover pentole su un grande finestrone si vede riflesso il nostro ospite intento ai fornelli mentre sorseggia un ottimo novello. Vi presento Wonderfur: un bear che odiava la barba, un dentista che non scassa i maroni, uno che ha stile e basta, senza ulteriori inutili orpelli, tranne uno, il suo nome: Luca.



La sua casa è lo scrigno delle sue passioni: musica, fotografia, cinema, cucina, taxidermia animale e ancora moda concettuale e design. Un personaggio a tutto tondo, un Artista sui generis che nutre i suoi amici con la propria musica, i suoi piatti e la sua compagnia. Timido, come vi dicevo, ma solo prima di mettersi ai fornelli e di sciogliere la stanchezza socializzando in quello che dopo la consolle è il suo secondo luogo d’elezione: la cucina.



Non è il solito Luca di tutte le canzonette italiane. La sera, da casa sua, non si vede il mare, ma come potete constatare un ferro da stiro, l’ultimo ritrovato fiorentino in fatto di aiuole. Mentre è intento a cucinare risponde disinvolto alle domande assurde che gli rivolgo. Così oggi sappiamo che Luca fa shopping solamente se è felice e soltanto se è solo, che cucina per amore proprio e degli altri, ma anche per rispondere all’esigenza dell’estetica del cibo e della tavola, a suo dire, troppo spesso trascurata. Sappiamo che la sua passione per le scarpe non è un semplice amore, ma è un sapere, una scienza. Mi ha detto che adora le borse, ma che non le indossa, le considera soprammobili, belli oggetti d’arredo; inoltre ha un’attenzione morbosa per la biancheria intima: o mutande monocromo d’ottimo filato o boxer d’autore. Sulle calze poi è categorico: colorate, meglio coloratissime. Moda e cucina per lui viaggiano sullo stesso crinale e qui ribadisce l’attenzione per l’estetica che è anche il trait d’union tra i due mondi, ma non solo, a tal proposito intende lasciare anche un messaggio al mondo (dei miei pochi lettori): “ascoltate la mia musica- dice – vestitevi meglio e mangiate bene”.



Un artista dicevo, un fine conoscitore della musica migliore, ma anche a lui Natura riservò un bel pacchetto di stranezze: in primis è un ottimo dentista, il che cozza con la presentazione da bohémien che fin ora vi ho fatta, inoltre adopera salvia e rosmarino per fare i crostini di fegatini di pollo alla toscana, roba da mettere a disagio un purista come me. Ma fin qui, è tollerabile, mentre diventa quasi alieno quando, interrogato sul vintage chiosa indignato: “lo lascio agli altri”.



Durante la serata, aiutato dal vino, si è cambiato tre volte prima di uscire: costante irrinunciabile  - manco a dirlo -  i tatuaggi e i jeans Acne, paragonabili a un buon soffritto di base. Il suo è uno stile minimal ricercato, uno chic che passa inosservato, come la besciamella nelle lasagne, c’è e deve esserci, ma ben amalgamata al resto. A fare da contrappunto al basic chic si sono alternati un eco-shearling color ghiaccio di Helmut Lang, un gilet imbottito dal taglio militare di Margiela e varie t-shirt Acne. Alla fine si è deciso ad uscire  con indosso una camicia tartan di Zara, un chiodo (unico pezzo che Luca si porta dietro dagli anni 80) e ai piedi delle stringate Prada bordeaux. Varie portate quindi, come quelle che si sono alternate durante la cena e se pure mi piacerebbe fare un’eccezione, mi attengo alle regole, e anche oggi, posto una sola ricetta: la variante dei crostini toscani di fegatini di Dctr. Stevie Wonderfur:




Ingredienti per 4 persone: 350 gr. di fegatini di pollo, 50 gr di capperi sotto sale, mezzo bicchiere di vino rosso 1 cipolla bianca, mezzo gambo di sedano, mezza carota, 2 o 3 acciughe sott’olio, olio extravergine di oliva. Luca aggiunge anche un po’ di salvia e rosmarino, nonché uno spicchio d’aglio che poi toglierà a metà del soffritto. Lavate i fegatini e privateli  della vescicola del fiele (operazione più agevole in immersione di acqua), quindi asciugateli. In una casseruola mettete un generoso fondo d’olio, l’aglio. La salvia e il rosmarino, quindi il battuto che avrete fatto precedentemente con cipolla, sedano e carota. Mentre il battuto rosola, aggiungete i fegatini e lasciateli cuocere fin quando non vi parrà che sia tempo di sfumare con il vino, a questo punto lasciateli cuocere a fuoco medio per una ventina di minuti, aggiungendo all’occorrenza un po’ d’acqua. Una volta cotto, aggiungete le acciughe e i capperi al composto e tritate il tutto con una mezzaluna, un passatutto o un frullatore secondo il vostro gusto. A tavola portate i fegatini di pollo in una salsiera e a parte mettete i crostini ben abbrustoliti. Per chi desiderasse assaporare questo piatto secondo la tradizione toscana, consiglio di spuzzare i crostini con un brodo di carne, spalmarli con i fegatini e servirli su un vassoio da portata. Buona cena e buona mise a tutti!





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