giovedì 10 novembre 2011

BROCANTAGE DI LATTUGA ROMANA E MIELE


Qualcosa è cambiato? No, non per Mariantonietta, o meglio, tutto è cambiato, in fondo questo è anche il suo slogan e il nome della sua attività. Ma per lei, per questa energica, intraprendente, fantasiosa e lungimirante donna non è cambiato proprio nulla perché fin da piccola ha fatto sempre ciò che le piaceva e sempre con ottimi risultati. All’inizio si occupava di costruire case ed abiti alle sue barbie, poi, studiando e continuando a mettere in ciò che faceva lo stesso entusiasmo di quando era piccola, è passata dal compensato ai mattoni ed è diventata un architetto con i fiocchi. Ma la vita non sai mai dove ti conduce e per Marenna, come la chiamano tutti, osare è il primo comandamento. “Ai bambini dovremmo insegnare questo, insegnargli ad osare, a cambiare senza temere perché il mondo così come è lascia molto a desiderare”. E lei, come ha osato?




Semplicemente lasciando da parte i mattoni, infatti, dopo anni che non prendeva un ago in mano è rinato, urgente, il desiderio di progettare abiti. Così, un pomeriggio di febbraio, cucendo per carnevale il costume dell’uomo ragno a suo figlio, Marenna ha lasciato l’urbanistica per dedicarsi alla sartoria rimanendo, come tiene a sottolineare, un architetto: degli abiti appunto. Ma un architetto sui generis: Marenna non va a comperare stoffe e non si preoccupa troppo di ciò che accade nell’olimpo della moda. “Il mio lavoro è determinato da un forte senso estetico – dice – e da un irrinunciabile imperativo etico”. Da qui nascono le sue creazioni, che, non me ne voglia, ma devo chiamare proprio moda. Il riciclo dei vecchi abiti risponde al suo dettame etico e il risultato di questa materia prima (che ha la sua storia e che in parte conserva) sono lo stile e il senso del bello di Marenna. Qualcosa è cambiato allora. Non si butta una camicia solo perché demodé o un pantalone soltanto perché è macchiato. Si smontano, si mixano si reinventano e si dà loro una nuova anima lasciando che mostrino ancora un po’ della loro vita passata. Vi presento l’architetto di abiti Mariantonietta Davoli nel suo atelier dove entra il vecchio per diventare nuovo senza essere totalmente distrutto, ma semplicemente riprogettato, reinventato, come si inventa un costume per carnevale, perché, dice Marenna, “vestirsi significa in larga parte mascherarsi


Quando sono arrivato era alla macchina da cucire con il suo collaboratore Aziz, indossava un pantalone grigio in cachemire dal cavallo basso; sopra, in tono, un lungo gilet ricavato dalla giacca di un completo maschile privata delle maniche, scucita e riprogettata in quest’oggetto del tutto nuovo e dallo stile spiccatamente intellectual chic. Ma non è stato l’unico look con cui l’ho fotografata. A Marenna non mancano di certo capi da indossare! Così si è fatta immortalare anche con un abito, risultato architettonico dell’incontro di un vestito nero svasato e di una mini gonna in lana spinata giustapposta sulle spalle a fare un importante ed elegante collo a cratere. Come accessorio la sua borsa in pelle nera ricavata da una vecchia gonna.



Marenna ricorda la storia di ogni pezzo di stoffa che utilizza e la scrive sulle etichette delle sue creazioni che poi appende alla parete del camerino. Storie buffe e romantiche, come quella di sua zia Natalia che tanta parte ha avuto nel suo percorso, racconti che mi ricordano la cura con cui Amelie trattava la sua vecchia scatola di latta, lo scrigno dei suoi ricordi. La medesima cura però questa progettista dell’abito non la dedica a scrivere ricette. In cucina le piace inventare, ma non ha la stessa fantasia che usa in atelier, non scrive le sue ricette e la annoia a morte la quotidianità dei fornelli. Se cucina per gli amici, invece, in un’occasione speciale, allora la cosa è diversa e mette all’opera tutta la tradizione culinaria italiana e sarda rivista e corretta, non solo sul fuoco, ma anche nel piatto, dalla creatività architettonica. Pensavo, date le premesse, che mi consegnasse una ricetta riccamente articolata, invece mi ha regalato un cammeo, un ricordo d’infanzia, una cosa che quando era bambina le preparava suo padre. Ma, tolto il fattore affettivo, la bontà del risultato e la simpatia con cui Marenna mi ha spiegato il procedimento, vi assicuro, resta poco altro da dire e anche da mangiare!!! Può essere uno spuntino o, se preferite, un simpatico piatto da aperitivo. Io lo ho provato ieri sera. Ero veramente curioso e devo dire che ha il suo perché. Trattasi di
barchette di lattuga romana ben detersa e asciugata, quindi sapientemente impiattata e cosparsa di miele di castagne. Eccovi l’ouverture di una buona cena e a questo punto, sperando che al piatto di Marenna aggiungiate qualche altra cosa per il vostro desco concludo, come sempre, augurando buona cena e buona mise a tutti!



Se volete vedere le crazioni di Mariantonietta: http://www.qualcosaecambiato.it/

6 commenti:

  1. Quando leggo le tue pagine, mi prendo una pausa da tutto, sopratutto dai pensieri e mi coccolo!!
    mi regali momenti solo miei!

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  2. interessante, anche Aziz..........
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  3. mi piacciono le creazioni di Marenna, come sempre Christian grazie della compagnia!

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  4. caro Christian, concordo con il primo commento, a me invece regali il piacere di leggere la lingua italiana, per quanto questo sia un blog. Ormai pochissimi scrittori la sanno usare, i giornalisti lasciamo molto a desiderare, ricordo Indro Montanelli, leggere i suoi articoli era un piacere qualsiasi cosa scrivesse.

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  5. E' proprio la Marenna che ho conosciuto! Complimenti.

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